venerdì 20 maggio 2011

Gente in movimento.

"Se non ci lasciate sognare, non vi faremo dormire". Così recita uno degli innumerevoli cartelli esposti alla Puerta del Sol di Madrid, crocevia della protesta che da domenica scorsa anima le piazze di oltre 60 città spagnole. I giovani manifestanti si sono organizzati tramite i social network e hanno occupato gli spazi pubblici per catalizzare l'attenzione sulla drammatica situazione di un paese dove la disoccupazione giovanile e il precariato hanno superato il livello di guardia. Si sono ribattezzati Movimiento 15-M, prendendo spunto dal giorno iniziale della mobilitazione, quel 15 maggio che anche in Italia potrebbe aver assunto forte valore simbolico. Chiedono vera democrazia da subito (Democracia real ya è il loro slogan) e per ottenerla sono pronti a lottare, come quei ragazzi a piazza Tahrir, come gli studenti in Iran o come le masse che hanno messo in fuga Ben Ali in Tunisia. Minimo comune denominatore è il desiderio di libertà, ma non solo; la parola 'movimento' implica un'idea di dinamismo che il termine 'partito' non ha; sottintende una struttura orizzontale che permette il reale coinvolgimento di chi si è sentito chiudere in faccia tante porte, spesso dalle stesse forze politiche tradizionali, ancorate su rigide organizzazioni verticali e percepite sempre più distanti. I partiti hanno puntato molto sulla personalizzazione mediatica della politica, ma la crisi di rigetto è tutta lì da vedere: richieste di referendum, piazze in agitazione, impegno per una democrazia non delegata, dimostrano la diffusa volontà di non farsi più rappresentare passivamente da pochi oligarchi-imbonitori. L'aspettativa per un deus ex machina pronto a risolvere problemi collettivi lascia spazio al naturale impulso ad aggregarsi di tante teste che, consapevoli di attraversare una fase storica complicata, si danno forza reciprocamente, senza idoli da adorare.
Il successo elettorale del Movimento 5 stelle ha le stesse fondamenta, pur distinguendosi per la presenza di un capopopolo ben riconoscibile; il suo successo starà paradossalmente nella capacità del suo creatore a diventare sempre più invisibile e a lasciare che siano i suoi seguaci a "movimentare" la statica scena italiana. In ogni caso i partiti tradizionali sono avvisati: quelli che 'non prendono parte' sono, sempre meno, 'gli indifferenti' odiati da Gramsci e, sempre più spesso, individui in movimento. Solo programmi seri e risposte concrete li indurranno a fermarsi da qualche parte.   

1 commento:

  1. Purtroppo i manifestanti della sponda nord del Mediterraneo, IT-ES-GR-POR, mi sembrano solo gente relativamente arrabbiata e senza richieste precise. Proteste e incazzatura generalizzata portano solo populismo del tipo Lega-Vendola-Grillo ed a nessuna alternativa credibile. Sparare contro tutti è facile, senza domande concrete si arriva solo a ulteriori esasperazioni.

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