Correva l'anno 1492. Un condottiero genovese salpato da Palos de la Frontera con un equipaggio complessivo di 120 uomini, suddiviso in tre caravelle, sbarcò incidentalmente su una terra sconosciuta; stava cercando la via più breve per le Indie, ma sbagliò qualcosa; un suo marinaio, l'andaluso Rodrigo de Triana, fu il primo ad avvistare terra: Cristoforo Colombo aveva appena scoperto l'America. Fu un imprevisto, un perfetto esempio di quello che in filosofia si chiama eterogenesi dei fini: il fare qualcosa con l'intento di raggiungere uno scopo e poi, sorprendentemente, conseguire un risultato addirittura migliore.
Ricorda qualcosa: la recente storia del PD. Il meccanismo delle primarie ha superato l'intento del partito stesso; dovevano essere sostanzialmente investiture per i candidati imposti dal partito e invece le sorprese sono arrivate ovunque: i vendoliani Pisapia e Zedda, l'ex pm dell'Idv De Magistris, per non parlare di Renzi a Firenze, hanno sbaragliato le scelte verticali della segreteria nazionale e aggregato un consenso insperato.
E così quel PD che cercava la sua rotta, scervellandosi su come abbattere il potere berlusconiano e molto propenso a cercare i voti necessari al centro, si è trovato fra le mani le risposte.
I suddetti candidati hanno interpretato un desiderio di cambiamento che la classe dirigente democratica non aveva saputo intercettare; in molti sondaggi è emerso come l'elettorato di sinistra tollerasse sempre meno vedere le stesse facce al comando e la perenne litigiosità interna allo schieramento.
Le primarie hanno salvato un partito, che ha avuto comunque il merito e l'umiltà di rimettersi al giudizio effettivo dei suoi sostenitori prima di sottoporsi al voto popolare. Quando la sinistra ha smesso di inseguire il PDL sul piano individuale, ossia quando ha smesso di cercare una figura carismatica che potesse competere con la monocrazia mediatica del premier, ha cominciato a ritrovarsi; sul manifesto elettorale di Bersani campeggiava la scritta "Oltre": sperava di sorpassare il berlusconismo, ma i risultati del primo turno hanno oltrepassato strategie e disegni del partito stesso.
E' un segnale che deve essere ricordato nelle prossime consultazioni: lontano dai salotti, a rispettosa distanza dalle chiese, quartiere per quartiere, senza lasciare nessuno indietro, la sinistra italiana può vincere. Senza ricorrere al "papa straniero", senza aspettare che sia la giustizia a toglierle il gusto della vittoria.
Lucido e condivisibile. E che prosa liquida. Bravo. Anzi: bravo!
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