
Ricorda qualcosa: la recente storia del PD. Il meccanismo delle primarie ha superato l'intento del partito stesso; dovevano essere sostanzialmente investiture per i candidati imposti dal partito e invece le sorprese sono arrivate ovunque: i vendoliani Pisapia e Zedda, l'ex pm dell'Idv De Magistris, per non parlare di Renzi a Firenze, hanno sbaragliato le scelte verticali della segreteria nazionale e aggregato un consenso insperato.
E così quel PD che cercava la sua rotta, scervellandosi su come abbattere il potere berlusconiano e molto propenso a cercare i voti necessari al centro, si è trovato fra le mani le risposte.
I suddetti candidati hanno interpretato un desiderio di cambiamento che la classe dirigente democratica non aveva saputo intercettare; in molti sondaggi è emerso come l'elettorato di sinistra tollerasse sempre meno vedere le stesse facce al comando e la perenne litigiosità interna allo schieramento.

E' un segnale che deve essere ricordato nelle prossime consultazioni: lontano dai salotti, a rispettosa distanza dalle chiese, quartiere per quartiere, senza lasciare nessuno indietro, la sinistra italiana può vincere. Senza ricorrere al "papa straniero", senza aspettare che sia la giustizia a toglierle il gusto della vittoria.
Lucido e condivisibile. E che prosa liquida. Bravo. Anzi: bravo!
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