lunedì 13 giugno 2011

Quattro matrimoni. E una speranza.

Siamo a poche ore dai risultati del referendum. Il tanto atteso quorum si giocherà sul filo di lana e già questo è un successo, considerando i tentativi oscurantisti delle televisioni generaliste. Il referendum è un esercizio di democrazia diretta, un nobile atto di coscienza. Attraverso una semplice risposta, il cittadino può incidere senza ulteriori intermediari sul processo legislativo e dare un colpo di vernice a ciò che reputa sbagliato. Quello che è accaduto nelle ultime due settimane è sinceramente commovente; i vuoti di informazione sono stati colmati da una campagna capillare partita dal basso, arrivata ovunque con ogni mezzo. Dopo l'elettroshock delle amministrative, tanti si sono sentiti parte di un'onda lunga, di un moto in grado di scuotere un potere che ha sempre meno attinenza con la base.
C'era un'atmosfera particolare nei dintorni dei seggi. Sguardi complici, teste alte e una silenziosa solidarietà, frutto della consapevolezza di sentirsi dalla parte giusta in questa guerra civile tra coscienti e indifferenti. Una battaglia di democrazia pura, combattuta coltivando il sogno di essere così tanti da cambiare scenografia e sceneggiatura, diventando gli attori protagonisti di un film ancora inedito. Ognuno ha trovato la sua trincea nelle cabine elettorali, uno splendido luogo per fare la rivoluzione, armati semplicemente di matita e schede colorate.
C'è qualcosa di sacro nel rispondere ai quesiti referendari. Di fronte a quelle domande, i seggi si trasformano in altari; magicamente milioni di cittadini vanno a sposarsi con la democrazia. E stavolta c'erano da dire quattro fatidici sì per celebrare quattro matrimoni. E un funerale. Sapete già di chi. Magari sarà davvero un gran bel film. Se qualcuno non ha ancora partecipato, veda di sbrigarsi. A meno che non voglia fare la comparsa in una pellicola soporifera e ripetitiva.

1 commento:

  1. "Non ci sono matrimoni in cielo, ma c'è l'amore" eppure questa volta sono andata a sposarmi anch'io. Senza nessuna esitazione, senza nessun dubbio, senza nessuna paura. Con ferma convinzione e con altrettanto ferma mano. Pronunciando quattro volte il fatidico si. Provando un brivido di pura soddisfazione al cospetto della scheda verde. E con l'augurio che non si tratti del solito film. O peggio ancora della a noi tanto cara commedia all'italiana.

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